La compagnia marittima taiwanese specializzata in container fornisce rassicurazioni sulla ricapitalizzazione in breve tempo, con l’intervento della mano pubblica.
La compagnia di navigazione taiwanese Yang Ming spaventa i suoi azionisti e i caricatori. Fino al 3 maggio 2017, la quotazione al listino di Taipei del vettore è stata sospesa e questa azione ha spaventato diversi operatori. I vertici della compagnia di navigazione si sono affrettati a tranquillizzare il mercato, affermando in una nota che “la sospensione è semplicemente una procedura standard, di prassi presso la Borsa taiwanese quando una società avvia un processo di ricapitalizzazione come nel caso di Yang Ming”.
Secondo quanto reso noto dalla stessa compagnia, il progetto di ricapitalizzazione anticipato nei mesi scorsi prevede un’iniziale riduzione del capitale circolante e la successiva emissione e sottoscrizione di nuove azioni da parte di investitori pubblici e privati, oggi non meglio identificati.
Molti analisti speravano comunicazioni più puntuali e trasparenti, ma al tempo stessi tutti gli osservatori si aspettano che se qualcuno ricapitalizzerà l’azienda la parte del leone la farà lo Stato, titolare oggi di una quota del 33,3% del capitale della compagnia. Nei mesi scorsi, il Governo di Taipei aveva annunciato un piano da 1,9 miliardi di dollari a sostegno al settore dello shipping (non solo per Yang Ming), determinante in un’economia fondata sull’export.
Tuttavia, la nota di Yang Ming non ha fornito dettagli, sicché, per tranquillizzare ulteriormente la propria clientela, si spiega che Yang Ming ha intrapreso altre misure, operative e finanziarie, per migliorare i propri risultati, ottenendo nell’ultimo trimestre 2016 una riduzione della perdita a 62 milioni di dollari (il 2016 si è chiuso con un rosso di 492 milioni di dollari), che farebbe ben sperare per il primo trimestre 2017.
I numeri, secondo diversi analisti, restano comunque preoccupanti, perché la perdita, rispetto a quella dei principali concorrenti è elevata e perché l’esposizione è forte. Tuttavia, l’impegno governativo e l’annuncio da parte di The Alliance – il network creato da Hapag-Lloyd, K Line, MOL, NYK e Yang Ming, operativo dal primo aprile scorso – che, in caso di difficoltà di un componente, il trasporto del carico sarà assicurato dagli altri membri fanno ritenere improbabile il rischio di uno scenario simile a quello vissuto dal settore circa un anno fa con la crisi di Hanjin.
Secondo un rapporto della società di ricerca Drewry, la redditività di Yang Ming potrà essere recuperata solo attraverso una revisione organica della compagnia, fatta di “cessione di asset, ristrutturazione del debito e un’ampia iniezione di capitale fresco”.